30
agosto 2011
Caro
Fra Ago,
siamo
rientrati da pochi giorni dall’Etiopia, dove abbiamo
vissuto un’esperienza di volontariato in missione davvero
molto bella e significativa.
Lavorando
da parecchi anni in un’associazione di sostegno a progetti
missionari, non possiamo dire di aver trovato cose nuove
rispetto a quanto già sapevamo e conoscevamo di questo
paese e di altri paesi poveri, ma un conto è “sapere”
le cose ed un altro conto è “vederle” con i propri
occhi.
Sapevamo
della povertà, ma ora l’abbiamo vista ad Addis Abeba a
Soddo ed in tanti villaggi in cui siamo stati. Nelle città
è più evidente, molte persone di tutte le età chiedono
l’elemosina, un paio di scarpe, dei vestiti. Come succede
in tanti paesi del mondo, migliaia di persone si riversano
nelle città credendo di trovare una situazione migliore, ed
invece non trovano nulla, solo miseria, una miseria ancora
peggiore di quella che avevano nei luoghi rurali di
provenienza, dove almeno avevano un Tucul in cui dormire, ed
un pezzo di terra da coltivare.
Sapevamo
della fame, ma ora l’abbiamo vista nei bambini denutriti
presenti negli ospedali delle missioni. Abbiamo visto i
bimbi in avanzato stato di denutrizione, gonfi per la
mancanza di proteine, con lo sguardo perso nel vuoto,
incapaci di muovere anche le palpebre per la mancanza
d’energia.
Sapevamo
della sete, ma ora l’abbiamo vista nelle donne e nei
bambini che percorrono chilometri per raggiungere il pozzo
più vicino, per riempire le preziose taniche di plastica
d’acqua pulita, evitando di raccoglierla nelle
pozzanghere, dove l’acqua è rossa come la terra di cui è
impregnata.
Tanti
volti ci tornano alla mente, ed ogni volto ci riporta ad un
luogo, ad una situazione, ad un momento che difficilmente
potremo scordare.
Abbiamo
conosciuto tanti missionari, frati preti e suore, tutte
persone eccezionali, di un’umiltà pari soltanto alla loro
grande dedizione e determinazione nel realizzare quanto più
possibile per la gente. Non riusciamo ad immaginare come
potrebbe essere l’Etiopia senza le missioni cattoliche,
che sono ovunque, e sono sinonimo di scuole, ospedali,
ambulatori, cibo e acqua.
Gli
etiopi sono gente stupenda, gentili, con un forte senso
dell’accoglienza ed una gran dignità. Non puoi non
salutarli, ti guardano come chiederti “salutami dai…”,
e se lo fai, di sicuro ti rispondono e ti sorridono,
quand’anche non vengono a stringerti la mano. Non ci siamo
mai sentiti fuori posto! Ci rispettano, sanno bene che quel
poco che hanno lo devono in gran parte ai missionari
bianchi, e che gran parte del loro futuro continuerà a
dipendere dai bianchi. Non scorderemo mai quel bimbo che
incontravamo tutti i giorni quando ci recavamo a pranzo, e
che rispondeva al nostro saluto baciandoci la mano che gli
porgevamo per salutarlo. Questo gesto c’imbarazzava
tantissimo, ma sapevamo bene che per lui, noi
rappresentavamo le persone che ogni giorno, alla missione di
Dubbo, gli garantiscono un pasto ed una tanica d’acqua
pulita.
Un
pensiero và anche ai bimbi dell’orfanotrofio di Dubbo,
dove abbiamo prestato servizio nella seconda parte della
nostra permanenza in Etiopia. Che gioia stare con loro,
giocare, farli sorridere e accudirli. Abbiamo dato loro
tanto amore, ma loro ce ne hanno restituito dieci volte
tanto. Non potremo mai dimenticare i volti sorridenti di
Burtukan, Matesala, Aklilu, Kiddist, Abiyot e tanti altri,
con cui abbiamo vissuto un periodo bellissimo ed
indimenticabile.
Potremmo
continuare a scrivere per ore, ma vogliamo terminare questo
messaggio con un ultima cosa, la più importante.
Mai
come in questi ultimi mesi abbiamo sentito accanto a noi la
presenza del Signore, da quando abbiamo deciso di
frequentare il corso di formazione per “saperne un po’
di più sulle missioni” (ed alla fine abbiamo deciso di
partire…), a quando abbiamo organizzato la partenza (con
problemi di ferie lavorative che sembravano insuperabili),
fino all’esperienza effettiva in missione (con qualche
inevitabile difficoltà emotiva). Possiamo dire, senza ombra
di dubbio, che il Signore, quando eravamo tristi ci ha
consolato, quando avevamo dei dubbi ci ha consigliato,
quando eravamo in difficoltà ci ha aiutato e quando
gioivamo ha gioito con noi.
Non
potevamo chiedere di più a quest’esperienza, ne usciamo
rafforzati nella fede e nell’amore per il prossimo,
convintissimi di proseguire sul cammino che il Signore
giorno per giorno c’indicherà.
Grazie
a tutti voi del centro missionario per averci consentito di
vivere un’esperienza così bella e significativa.
Pace
e bene,
Enrico
e Tiziana. |