NATALE 2011
“...
e vieni in una grotta al freddo e al gelo...”
Carissimi tutti,
in questo “TUTTI” desidero farci stare gioiosamente: uomini – donne – amici – amiche – bambini – giovani – gruppi
missionari – associazioni umanitarie...
Tutti, proprio tutti carissimi miei perché
cari e devoti con i miei
piccoli – poveri – lebbrosi!...
Bene , incomincio di nuovo:
Carissimi tutti,
questo
Santo Natale – fine anno
2011 – mi fa pensare intensamente e, direi, dolorosamente ai
“Natali di guerra” che
ho vissuto, mio malgrado, nella mia infanzia ...
Proprio cosí...
Ricordo vagamente che, avvicinandosi dicembre, si leggeva
qua e lá: “Natale di guerra... Purtroppo
un altro Natale di guerra...”. E la fame per noi piccoli era
regina; la paura dei bombardamenti sempre piú frequenti e
massicci, toglieva il respiro; le notizie sempre piú disastrose
dai vari fronti, pur non comprendendole completamente, mettevano
addosso anche a noi piccoli un malessere generalizzato e
inspiegabile...
ADESSO, di questi nostri TEMPI, il malessere é
spiegabilissimo, e proprio perché spiegabile, sotto gli occhi
spaventati di tutti, diventa purtroppo piú pesante!
Mai mi sono sentito cosí piccolo e indifeso, alla mercé
degli avvenimenti uno piú cupo e tremendo dell’altro... Mai ho
avvertito in me una incapacitá cosí di fondo per porre riparo
almeno a quelli che continuano a capitare attorno a me...
I poveri che chiedono con una insistenza, a volte perfino
irriverente, che chiedono pane e salute, sicurezza nelle loro
case-baracche di legno sempre piú deteriorato, aumentano a vista
d’occhio... Le mamme, particolarmente
quelle che chiamo: mini-mamme,
con i lattanti al petto non si contano piú.
Hanno bisogno di tutto, bisogno di essere consolate e
sostenute moralmente perché la maggioranza di quelle che vengono
da noi, sono rimaste sole, abbandonate vergognosamente da chi le
ha messe incinte!
Alcune hanno da poco superato solo la prima decina di
anni!...
I giornali di qui non smettono di sottolineare che la crisi
attuale é “europea”,
colpa della Grecia, della Spagna e – ahinoi
– dell’Italia, ma io qui vivo giorno dopo giorno – ormai sono mesi – oppresso da questa crisi!
Possibile che venga cosí da lontano?...
Carissimi, bando alla tristezza e allo sconforto: ecco
il NATALE che viene!... Viene ancora una volta come veniva
negli anni sofferti della mia infanzia... Viene da
sempre “in una grotta al freddo e al gelo”, viene il Re del cielo, il
Bambino divino che scende dalle stelle!... Abbiamo urgentissimo
bisogno del Suo Calore: come allora da noi il freddo e il gelo
sono aumentati a dismisura!...
“Io ti vedo qui a tremar”, cantava e faceva cantare S.Alfonso de’
Liguori... Il Bambino che ci é donato, trema e batte i denti dal
freddo, ma é proprio da questa Solidarietá sofferta e offerta
che nasce la Gloria per
il Cielo abitato e la PACE
per noi!
Oh, rivedere e ripensare a quel Primo NATALE, a
quell’”ORA” tutta e solo di DIO!...
A quella Grotta i primi ad arrivare sono stati i Pastori,
povera gente disprezzata; é arrivata la Stella per servire da
segnale: é qui il Re
dei Giudei, e sono arrivati i Re Magi con i loro doni e la
loro prima adorazione!
L’esercito celeste appena sopra cantava dolcemente per
accompagnare i passi dei poveri e dei
saggi!...
“Andiamo fino a Betlemme e vediamo questo avvenimento che il Signore ci
ha fatto conoscere...” (Luca
2,15), dissero fra loro i Pastori e si misero in moto senza
indugio...
“Abbiamo
visto sorgere la Sua Stella e siamo venuti per adorare i Re dei
Giudei...” (Matteo
2,2 ss), raccontarono i Magi, stanchi e soddisfatti, appena
arrivati a Gerusalemme e ripartirono con grandissima gioia perché
riappare” la Stella che
avevano visto al suo sorgere”...
E dopo aver visto, adorato e offerto...
I Pastori ritornarono al loro gregge... Era ancora notte,
ma l’alba era giá sorta nei loro cuori... Diventati diafani,
dentro portavano una grande luce che rischiarava il loro cammino;
ritornarono al loro gregge “glorificando
e lodando Dio per quello che avevano visto e udito...” (Luca
2,20) e i Magi, ormai entrati nell’orbita di Dio Padre che
organizza la loro vita, fecero ritorno al loro paese... (cf
Matteo, 2,12).
Pensate forse che siano stati zitti e che, a
differenza dei Pastori, non abbiano comunicato a nessuno
quanto avevano visto, la gioia provata, l’incontro avvenuto?...
E’ molto piú bello e facile pensare il contrario!...
Senz’altro hanno parlato, raccontato con dovizia di particolari,
diventati cosí araldi del gran Re della Stella,
i primi “missionari” di Gesú in terra straniera!...
Carissimi, mi sono lasciato prendere da questi “racconti
eterni”! Qui
il Protagonista é Dio che diventa – bontá
immensa Sua – uno di noi! Qui troviamo la poesia,
quella vera, autentica per poterla contrapporre alla terribile prosa che affatica e immiserisce questi nostri giorni!...
Difficilmente la prosa é d’arte! Quella di oggi, dei
giornali, dei moltissimi telegiornali é piatta, incolore... Salvo
rare eccezioni, viaggia sul cenerognolo (colore cenere sporco tendente al giallastro, spiega il dizionario).
La poesia, no!... Anche la piú semplice é d’arte e é solare,
profonda comunicativa quando si interessa di Dio e canta il Suo
incessante darsi da fare in questo nostro povero mondo!...
LasciateVi prendere anche Voi!...
Ce n’é per grandi e piccini: il presepio – l’albero
di Natale – la fantasia per adornarlo, per preparare regali e
regalini e scrivere quelle parole cosí ricche di miele – la
Santa Messa di mezzanotte nella notte che per incanto diventa
tutta un chiarore – le campane a distesa che rompono quel
silenzio sacro cosí caro ai poeti, ma é sacro anche il loro
suono argentino!...
Lasciatevi prendere anche voi!...
Giovanni Pascoli con quel suo caratteristico estro
virgiliano, canta in una sua poesia intitolata “Le
ciaramelle”: “Nel cielo azzurro tutte le stelle –
paion restare come in attesa
– ed ecco alzare le ciaramelle
– il loro
dolce suono di chiesa – suono di chiesa, suono di chiostro – suono di
casa, suono di culla – suono di mamma...”.
Sei volte il poeta insiste sulla parola “suono”
prodotto da quello strumento semplice e rudimentale, popolare e é
dolce questo suono perché evoca santamente la “chiesa”, evoca il “chiostro”
dei monasteri e dei conventi, é pure dolce e patetico e familiare
perché interpreta con le sue poche note la “casa”,
la “culla” e
addirittura la “mamma”,
regina del focolare e appassionata custode della culla carica del
suo amore!...
Carissimi, ascoltiamo questo suono cosí pieno di luoghi santi e di
affetti piú santi ancora! Ascoltate devoti i canti e le preghiere
che da sempre riempiono Chiesa e Chiostro e di questi tempi cosí
tristi e turbolenti entrate volentieri nelle case dei poveri, di
tutti i poveri, dei nostri poveri!...
Lí dentro Vi aspettano “culle”
nel pianto, nel sorriso dell’innocenza, nelle manine tese;
vedrete “mamme” spesso dal corpo magro o rinsecchito, ma dal volto di
Madonne del popolo con un cuore ampio, spazioso, grande!...
Entrate al dolce suono delle ciaramelle, guidati dalla lontana e
intensa luce delle stelle e con immensa gioia ripetete il gesto
dei Re Magi.
L’Evangelista Matteo racconta: “aprirono
i loro scrigni e Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra...”
(Mt 2,11). Offrirono a
Gesú, il neonato Re non solo dei Giudei che videro in braccio a
Maria sua madre...
Il vostro “incenso”
e la vostra “mirra”
profumino santamente la vostra offerta: “oro”
donato ai tantissimi neonati in braccio alle loro mamme!
Altrettanti piccoli Gesú con altrettante numerosissime mamme dai
nomi piú diversi, ma tutti riducibili al santo nome di MARIA di
NAZARETH, la Mamma di tutte le mamme!...
BUON NATALE, carissimi a Voi e ai Vostri Cari!... Buon Natale e GRAZIE
INFINITE per il bene che da anni e anni manifestate
concretamente ai miei – nostri – Piccoli – Poveri –
Lebbrosi!
vostro riconoscente
fra apollonio troesi
missionario
cappuccino
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